Il clima più sopportabile sta ormai rendendo indispensabile una visita all’Expo. Ma che ressa! Ormai giungono immagini e notizie di code veramente infinite per accedere a certi padiglioni. Una fila sopportabile l’abbiamo fatta a fine giugno per visitare il padiglione austriaco. Come mai così poca gente? Il motivo è presto detto: si tratta solo di un bosco. “Solo”.
“Aaahh… ma è solo un bosco…” “Eh, ma qui ci sono solo piante”, e via verso l’uscita.
Ebbene, il contenuto del padiglione austriaco consiste proprio in un bosco. Un bosco stretto e lungo, chiuso in una scatola nera a cielo aperto. Lo abbiamo visitato durante il primo giorno di gran caldo. Fuori 37 gradi; dentro, 25 confortevoli gradi. Gli austriaci sono stati i primi a portare piante in Expo “perché avevano bisogno di tempo per attecchire”. Nessun condizionatore, presso il padiglione, a differenza degli altri che sono climatizzati: il condizionatore, naturale e bellissimo, sono le piante, che con il loro processo naturale di fotosintesi, creano le condizioni per la vita sulla Terra. Il processo vitale delle piante, infatti, prevede l’assorbimento dell’anidride carbonica e l’emissione di ossigeno in atmosfera: e chi non lo sapeva? Le foglie, piccoli laboratori fotochimici, assorbono energia solare per trasformare i minerali presenti nel terreno in sostanze nutritive, assorbendo così anche energia termica. Inoltre l’acqua in eccesso viene restituita all’ambiente sotto forma di vapore: sappiamo bene come tutto il sito Expo sia disseminato di vaporizzatori presi d’assalto dalla folla agostana per tollerare meglio le temperature equatorial-padane. Al padiglione austriaco i vaporizzatori hanno l’essenziale funzione di fornire umidità alle piante, visto che di terreno sotto le radici non dev’essercene molto. D’altra parte, queste, come quasi tutte le altre piante posizionate nel sito Expo, sono destinate a tornare in vivaio alla fine dell’evento.
L’Austria è un luogo dove si vive bene, recita l’abstract del padiglione sul sito internet, ma secondo Lupolento il padiglione austriaco ha centrato alla lettera l’argomento proposto. “Nutrire il pianeta” rimanda all’alimentazione declinata nei mille modi proposti dai paesi partecipanti ad Expo. Ma come altro si può nutrire il pianeta se non producendo aria respirabile? I 560 mq di superficie boscata portata in Expo dall’Austria, generano aria pura sufficiente per 1800 visitatori l’ora. “Nature reloaded”, ricaricato di natura, recita una scritta in mezzo alle piante, ed è proprio l’effetto che il progettista voleva forse ottenere, perché osservando il bosco la frenesia da Expo si acquieta e dal padiglione austriaco non si vorrebbe uscire più.
Occorre ricordare che il bosco austriaco contribuisce, assorbendo CO2, a limitare il problema dell’effetto serra che sta distruggendo il pianeta, e fornisce esperienze sensoriali ai visitatori: scorci paesaggistici ricavati tra le piante, profumi, umidità, e il verso degli uccelli che potenzialmente abitano il bosco in Austria. Tra le piante, molte essenze arboree, arbustive ed erbacee, vecchie conoscenze comuni anche alle nostre non distanti latitudini, e la certezza che, se il bosco potesse rimanere lì dove si trova ora, entro breve lo vedremmo popolato veramente da specie avicole della pianura. D’altra parte una cosa simile è successa al prodigioso Bosco Verticale, il grattacielo-giardino di recente costruito entro l’area di Porta Nuova a Milano.
Breathe. Austria. E’ un peccato che tutto questo debba essere smantellato: l’aria derivata dalle piante, nutre davvero il pianeta, e gli Austriaci hanno fatto bene a ricordarcelo.
Breathe. Austria – Padiglione n. 106. L’ingresso più vicino è quello di Merlata (sud) e il padiglione, direttamente affacciato sul decumano in direzione est, si trova tra Slovenia e Cile, all’altezza dell’Open Air Theatre.
Anna Maria Rizzi