Questo duemilaventi, complicato e infinito, sta producendo risvolti davvero singolari: noi di Lupolento mai avremmo pensato di parlare ripresi da una videocamera, eppure l’abbiamo fatto per un evento speciale.
L’occasione è stata la presentazione del nuovo libro di Cristoforo Vecchietti, Visioni del Lodigiano. Avevamo programmato la pubblicazione del libro all’inizio dell’anno, fiduciosi che la situazione pandemica si sarebbe dipanata e che avremmo potuto per l’autunno organizzare una presentazione ufficiale con un evento pubblico, “in presenza”.
E invece no, non s’avea da fare.
Con un po’ di timore e anche di riluttanza, ci siamo allora rivolti a quel grande tritatutto telematico che è YouTube.
In una diretta, che abbiamo rocambolescamente provato per due volte, ci siamo lanciati nell’etere del web con una diretta streaming. Tutto è migliorabile a questo mondo, e ci scuseranno le persone che hanno segnalato problemi di linea, ma sembra che chi ha resistito nel seguire l’evento sia rimasto premiato, perché dopo i primi intoppi (il bello della diretta), pare che lo streaming sia fluito liscio fino alla fine.
E ne siamo molto felici, teniamo molto a questo nuovo libro, perché è una sorta di viaggio nel Lodigiano e dintorni, un’esperienza che potrebbe andare oltre la lettura e trasformarsi in turismo di prossimità.
Visioni del Lodigiano è un viaggio sul territorio e nel tempo, un insieme di scritti ispirati da piccoli e singolari viaggi in cui l’autore si è perso (a volte letteralmente) e ha potuto osservare con uno sguardo disincantato la realtà del nostro territorio. Il libro è una raccolta di articoli scritti nell’arco di un decennio e pubblicati sulla stampa locale, ma è un libro pensato da molto più tempo e ispirato da una importante letteratura di paesaggio. Noi di Lupolento abbiamo discusso più volte se si tratti di giornalismo o di letteratura. Certo, nel momento in cui articoli di giornale vengono rielaborati e assemblati a formare un percorso coerente, che forse era rimasto da sempre nella penna, il contenuto diventa altro.
A prescindere dalla sua natura, questa “raccolta di articoli” lascia spazio all’emersione dei propri ricordi sui luoghi menzionati oppure alla curiosità di voler verificare di persona sul posto la realtà narrata.
Per chi abita nel Lodigiano sarà facile provare i percorsi suggeriti e acquisire una visione disincantata della nostra terra; per chi il Lodigiano lo ha conosciuto solo grazie a questa maledetta pandemia, potrebbe diventare l’occasione buona per visitarlo e rimanerne rapiti, catturati dalle nostre acque, perduti nelle nostre nebbie e nell’affascinante nulla delle nostre campagne urbanizzate.
Anna Maria Rizzi